giornate di lavoro con Elena Bucci
Non mi abituo all'ampiezza e alla profondità dell'opera di Shakespeare e ogni volta trovo nuove ispirazioni che mi dimostrano quanto importante sia per le comunità la funzione del teatro, quando la si tenga cara e nella giusta considerazione: trasforma il coro spesso inespresso delle molte voci della storia in materiale poetico sempre vivo che ci aiuta a comprendere il presente, ma non solo.
E siamo alla prima trasformazione del tempo in sogno: attraverso i testi e la scia di emozione che hanno lasciato nell'aria gli attori, i secoli passati diventano un ponte verso palcoscenici lontani nei quali possiamo incontrare chi non è più, sentire il profumo di altre epoche e studiare quello che siamo.
Questa ricca raccolta di materiali, realizzata attraverso il lavoro e il talento di un poeta e di un uomo di teatro che sapeva ascoltare e raccogliere la voce di molti e registrare la sapienza della scrittura scenica dei suoi attori – in teatro si è a volte ladri inoffensivi che rubano per restituire - sarà la nostra sala dei giochi nella quale approfondire la questione del tempo e del sogno, tanto importante in scena, ma forse anche nella vita: come diventarne padroni, quanto si possa annullare, espandere e contrarre il tempo, come il sogno possa guidarci alla ricerca di materiali autobiografici, come possano entrambi danzare con la nostra azione e diventare ritmo e testo.
Nel cuore del tempo e del sogno, il tempo e il suo scorrere, il sogno e il suo sparire non ci sgomentano ma ci guidano.