SEMPLICE

giorni di studio intorno alla semplicità complessa delle arti del teatro

guidati da Elena Bucci

Semplice non vuole dire facile
complesso non significa difficile
difficile non sempre è prezioso
prezioso spesso ha un essenza semplice
e il semplice apre la porta a tutti
e più si imparano le tecniche e si assommano le esperienze
più sembra facile e difficile allo stesso tempo stare sulla scena
più si ha voglia di saltare nel vuoto, provare, rischiare
e si desidera abbandonare la competizione per l’emulazione
il premio per la gioia

Questo è il regalo del tempo: nonostante ogni scelta necessiti di sempre maggiore riflessione, nonostante si siano svelate le difficoltà in tutta la loro magnificente necessità e saggezza, ancora di più si cercano naturalezza e semplicità, sia che ci si occupi di scrittura, che di recitare, che di dirigere, che di guardare o di tutte quante le cose insieme. 
Questi giorni di studio, incontri, vicinanza, saranno dedicati ad una ricerca intorno alla preziosità dell’arte del teatro e agli strumenti di espressione e libertà che essa offre.
Anche senza trucchi speciali, anche senza scene e senza costumi, anche nella semplicità di un paesaggio o di una stanza, quando il teatro si manifesta lascia stupefatti ed emozionati, rivelando ciò che ci rende simili e vicini.
In quest’epoca di inebrianti velocità e di moltiplicazione dei mezzi di informazione e comunicazione, il teatro più che mai si dimostra un’arte anacronistica e futura, il luogo di un patto dal vivo tra gli umani che non smette mai di offrire occasioni di conoscenza e mutamento. Ci insegna a pensare altre vie da quelle che ci vengono quotidianamente offerte dal mondo delle compravendite.
Perché di fronte ad un gesto, ad una voce, ad un suono restiamo incantati e come trasportati altrove, proiettati in un viaggio nel tempo insieme a tutti coloro con i quali diventiamo un pubblico? Per quale magia, trovandoci sulla scena, siamo noi e non più noi e riusciamo ad attingere ad un patrimonio di suggestioni e visioni che non sapevamo di avere?
Da queste domande semplici partirà questo tempo insieme, nel quale attraverseremo elementi di tecnica, improvvisazione, scrittura, messa in scena, recitazione, tutte le parti insomma che camminano insieme a formare quel tutto che è il teatro.
A questo percorso, se i partecipanti saranno d’accordo, si aggiunge un tempo dedicato all’analisi del senso e delle modalità delle riprese video in teatro e alle possibilità di documentare il laboratorio. Immaginiamo di sperimentare come restituire e tradurre in video alcuni istanti preziosi dell’arte dal vivo e come documentare, il processo di creazione di un atto di teatro.

Si consigliano abiti comodi ma non sportivi. Sarebbe interessante se, indipendentemente dal genere, ogni partecipante si dotasse di abiti maschili e femminili, scarpe particolari, parrucche. Saranno utili carta e penna, dipinti, fotografie, musiche, strumenti musicali.
___
 
(Viaggi in Italia: Il laboratorio "Semplice" per Potenza e la Basilicata)

Fin da ragazza, a vent’anni, ho avuto la fortuna di incontrare grandi maestri e di partecipare a spettacoli emozionanti che mi hanno portato a recitare sia nei più importanti teatri d’Italia che in altri più piccoli e appartati, ma non meno importanti per la mia esperienza umana e professionale. Ho assecondato così, seguendo la lezione dei miei maestri, pionieri dell’innovazione, ma allo stesso tempo saggi, la nostra più autentica tradizione italiana che ci insegna ad essere girovaghi e curiosi, ma anche a innamorarci, quasi fossero tutte possibili case, di ogni luogo che ci troviamo ad abitare. Seguiamo le orme di Isabella Andreini, una delle prime donne accolte nelle Accademie letterarie, inventrice di personaggi e canovacci, capocomica con il marito Francesco della Compagnia dei Gelosi che portò la nostra commedia dell’arte fino alle corti dei re, che si definì “cittadina del mondo”.
È quindi sempre un’emozione per me tornare in questa terra dove ho lavorato fin dagli inizi del mio viaggio nel teatro. Ho conosciuto i bei teatri di Potenza, ma anche angoli meravigliosi e accoglienti in tutta la regione, incontrando un pubblico curioso, partecipe, sensibile.
La nostra creatrice delle luci, a sua volta allieva di uno dei più grandi maestri dell’illuminotecnica ora scomparso, è nata qui e qui vive, portando ad ogni ripresa delle prove e degli spettacoli il profumo di questi luoghi.
L’arte del teatro porta con sé una grande magia: riesce a farci guardare con più coraggio e fantasia dentro noi stessi e gli uni con gli altri, lucida l’immaginazione, rianima emozioni e sentimenti, mette in moto sensi e pensiero con rinnovata vitalità, ci permette di viaggiare nel tempo e nello spazio facendoci incontrare con straordinaria vividità gli artisti del passato, mentre ci connette con i movimenti del presente e innesta le utopie del futuro. Esagero? Certamente sì, come tutti coloro che sono innamorati di quello che fanno, ma sono anche ogni volta confortata dall’esperienza che con trepidazione rinnova la mia fiducia, meravigliata di quanto siano vasti, misteriosi, diversi eppure vicini gli esseri umani, una volta che si concedano, attraverso le arti, di esprimersi e rivelarsi gli uni agli altri con autenticità e profondità.
Questo atto di generosa e reciproca rivelazione può portare a creare gruppi, relazioni, sogni, disegni di progetti, speranze e visioni lunghe poche ore, un giorno oppure anni, disegna il ritratto delle comunità. Di questi accadimenti portentosi io non sono che una umilissima medium che gioisce ogni volta che si innesca questo serissimo, divertente e potente gioco volto ad esplorare la vastità di tutto quello che potremmo essere e fare.
Allo stesso tempo è un'arte che incuriosisce e illumina di altre luci tutto quello che, nello scorrere della vita quotidiana, pare talmente normale che non si nota più: luoghi dimenticati o trasformati, persone, relazioni, mestieri, paure e passioni. Ogni vita diventa un possibile romanzo, ogni luogo uno scenario dai particolari sconvolgenti, ogni relazione, amicizia, amore, affetto, un viaggio infinito.
Cosa può accadere in questo viaggio che potremo fare insieme, nell’arco di qualche ora?
Vi racconterò qualcosa del mio cammino nel teatro, risponderò con grande piacere ad ogni vostra domanda o curiosità intorno a questo mestiere, arte e artigianato, che racchiude in sé memoria, storia e semi per il futuro, proverò a portarvi con me in volo attraverso semplici passi alla portata di tutti, ma non per questo meno importanti. Soltanto attraverso questa danza di tutti potremo scoprire insieme cosa sarà il nostro spettacolo di un giorno e che cosa vorrà portare in regalo ad ognuno di noi. Nessuno può saperlo prima: il teatro, pur simile a sé stesso da migliaia di anni, quando si cala nel reale e nelle persone è un dono ogni volta diverso, ogni volta una sorpresa. Ogni volta però si ritrovano intatti tutti i bambini che eravamo. E siamo.
(EB)