di e con Elena Bucci e Luigi Ceccarelli
su testi di Amelia Rosselli elaborati e interpretati da Elena Bucci
Luigi Ceccarelli performer, live electronics
Andrea Veneri diffusione sonora
luci Daria Grispino in collaborazione con Max Mugnai
produzione Edison Studio, Le belle bandiere, Nuova Consonanza, Ravenna Festival
Frutto di una collaborazione artistica di lunga data, lo spettacolo nasce dalla trasformazione in suono di interviste e versi di Amelia Rosselli. Elena Bucci e Luigi Ceccarelli perseguono un’integrazione dei due linguaggi artistici, facendo tesoro delle più recenti risorse della tecnologia digitale e della diffusione sonora. La parola poetica rappresenta dunque un’occasione per costruire un percorso attraverso la voce, il suono, le variazioni ritmiche e le improvvisazioni.
prima esecuzione assoluta: 15 dicembre 2022, Mattatoio La Pelanda, Roma
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Scheda sintetica
Questo esperimento di sintesi tra voce e suono, sospeso tra scrittura e improvvisazione, ci riporta alle radici sorelle delle nostre arti. La voce di Amelia Rosselli, autentica e trasparente, lascia intravedere un’anima e diventa musica: echi di lingue diverse, impennate, monocordie ipnotiche, furie e dolcezze. Ispira una drammaturgia dove si miscelano vita e arte: interviste, biografie, racconti, foto, una poesia potente, ironica e straziante, una malattia insidiosa, una famiglia originale e complessa. Il suo mistero non si dissolve, ma cresce, lasciando una scia di domande tra le quali comincia la danza tra Luigi ed Elena. Voce e suono nascono uno dall’altra, disegnando una drammaturgia sonora sempre diversa: si illumina a tratti il mistero di una donna poeta che si sottrae e si dona al mondo, risvegliando in noi la nostalgia di un luogo dal quale tutti veniamo.
Sinossi
Il nome di Amelia Rosselli evoca una poesia potente, ironica e straziante, una malattia insidiosa, una densa storia familiare abitata da personalità d’eccezione, segnata dal delitto politico. La sua voce, autentica, libera e trasparente, lascia intravedere, tra furie e dolcezze, un’anima. Chiede ascolto e si ritrae, come fanno i poeti. Ispira questa drammaturgia che illumina a bagliori una vita e una ricerca poetica originalissime, un’epoca magica della nostra storia, una Roma scomparsa. La voce di Elena Bucci si allaccia a quella di Amelia, passa tra le mani sapienti di Luigi Ceccarelli e diventa musica. Comincia una danza con Amelia che conduce al giardino della poesia, luogo di quiete e di domande che accoglie tutti e del quale si ha sempre nostalgia, anche senza saperlo.
Note di regia
Da tempo collaboro con Luigi e so bene come ad ogni sua proposta possa partire un viaggio che attraverso lo studio di temi, vite e opere ci conduca verso nuovi esperimenti di comunicazione tra drammaturgia musicale e testuale, voce e suono. La ricerca, spesso sospesa tra una nitida e ossessiva precisione e il mistero telepatico dell’improvvisazione, mi pare ci riporti alle radici sorelle delle nostre diverse arti. Il nome di Amelia Rosselli evoca una valanga di immagini ed emozioni spesso contrastanti: una poesia potente, ironica e straziante, una malattia insidiosa, una densa storia familiare e personale abitata da personalità originali e complesse. Quando Luigi mi ha fatto ascoltare la registrazione della sua voce ho avuto conferma, ancora una volta, di quanto la voce possa raccontare un’anima e di quanto, se tesa ad essere autentica e trasparente, diventi musica: variazioni di ritmo, echi di lingue diverse, furie, dolcezze, impennate improvvise, monocordie ipnotiche, slanci cupi e cristallini. Quella voce chiedeva ascolto e si ritraeva, denunciava le contraddizioni e le blandiva, era chiusa al mondo e tutta riversa in esso come solo i poeti sanno fare, era ispirazione per una drammaturgia che accogliesse, senza alcuna tentazione di stabilire rapporti di causa ed effetto, il racconto di una vita e la ricerca sulla sua arte. Chiedeva di miscelare musica, gesto e parola. Ho raccolto i più svariati materiali su di lei, sempre mettendo al centro la sua opera poetica: interviste, biografie, racconti, foto. E il suo mistero non si dissolveva, tendeva a crescere. Amelia sa fuggire lasciando una scia di domande. Ci siamo quindi ritrovati, Luigi ed io, ognuno con i suoi strumenti, decisi a tentare un lungo lavoro che ci indicasse la strada. È cominciata così una danza che, nonostante la nostra lunga conoscenza, ancora una volta ci ha stupito e non si ferma. Nell’ombra, attraverso Amelia, emerge e sfugge un luogo di tutti e di nessuno, del quale continuiamo ad avere nostalgia. (Elena Bucci)
Ho conosciuto Amelia Rosselli nel 1984, quando con Lucia Latour
decidemmo di utilizzare come colonna sonora per uno spettacolo di danza
le letture dei suoi testi. Amelia Rosselli si prestò volentieri
all’operazione, e decidemmo di fare delle registrazioni della sua voce a
casa mia. Così passammo un pomeriggio insieme. Prima di allora avevo
spesso incontrato Amelia Rosselli dalle parti di via del Corallo: sempre
seria, impenetrabile. Portava sempre la sua corazza anche quando
leggeva i suoi testi. Li leggeva con una espressività inusuale, seriosa
ma traspariva chiaramente una ironia stravagante.
Quanta vitalità
c’era in quei testi, quanta invenzione e quanta meticolosità. Ci si
scorgeva chiaramente il respiro della sua formazione cosmopolita, così
insita in lei e che molta cultura italiana di quei tempi non ha mai
avuto, chiusa in un provincialismo senza via di uscita.
Oggi, dopo
tanti anni, la poesia di Amelia Rosselli ha ancora la stessa forza di
allora, e anzi come accade per i grandi artisti, è diventata ancora più
attuale e stupefacente.
Amelia Rosselli ha iniziato il suo percorso
artistico contemporaneamente dalla poesia e dalla musica, affascinata
dalla nuova musica e dalle sue sperimentazioni più avanzate. Musica e
poesia per lei erano totalmente affini, tenuti insieme dall’interesse
per le strutture e dal rigore scientifico. Si, perché Amelia è stata una
vera artista del nostro tempo, di quelli per cui la scienza e la
conoscenza sono supporto imprescindibile della pratica artistica.
Questa
performance parte dai testi e dal pensiero di Amelia Rosselli mettendo
insieme poesia e musica, i due elementi che hanno segnato la sua vita,
come soltanto oggi la tecnologia digitale può permetterci di osare. Un
esercizio di integrazione dei linguaggi artistici che pensiamo possano
essere un contributo ad una sintesi del suo pensiero. (Luigi
Ceccarelli)