con Antonio Alveario (l'essere umbratile e attor fonico), Elena Bucci (la regina), Andrea de Luca (il prigioniero), Marco Sgrosso (il re)
musiche originali Michela Della Valentina - assistenza tecnica Paolo Maioli, Elena Zauli - collaborazione Claudia Manfredi - distribuzione Matteo Bavera
Le belle bandiere con la collaborazione del Teatro di Leo
debutto: 10 luglio 1992, Santarcangelo di Romagna (RN)
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Nell'afa stagnante di un regno della storia, due
sovrani in avarìa, arroccati in troni simili a gabbie, passano il
tempo... assistiti con insidiosa sollecitudine dall'essere umbratile:
servo reietto, uomo incompleto, asino, cuoco, maestro di cerimonie. Il
re sentenzia, mangia, sputa, si addormenta. La regina è sfinita,
annoiata, soffre di inquietudine. Coltiva pensieri romantici.
Fra passeggiate stanche e baciamani salivosi, si celebra un fantasmagorico processo al prigioniero: poeta, scienziato, rivoluzionario o, forse, un uomo qualsiasi... indissolubilmente legati dalla necessità di una reciproca tortura, unica via d'uscita all'impossibilità storica resta l'eliminazione fisica. Accade che la regina sia colpita dal canto del prigioniero... la sensibilità risvegliata incrina le alleanze, le maschere cadono, l'equilibrio si spezza:
La fuga è impossibile: a Varennes! A Varennes! Oltre la storia, un prologo e un epilogo: idea di azzurro, spazio dell'utopia... forse, la Città, sogno degli uomini che ci hanno preceduto e che ci seguiranno.
Lo spettacolo si fonda su un'idea originale e sulle suggestioni derivanti da letture e musiche diverse, confluite poi in una scrittura scenica unitaria, che si è definita nel corso delle prove, trasformandosi via via secondo i vari stimoli emotivi ed intellettuali. Il suono e il movimento, non meno della parola, hanno assunto una funzione strutturale nell'elaborazione del 'testo' definitivo.
Un ringraziamento profondo a Leo de Berardinis.
Fra passeggiate stanche e baciamani salivosi, si celebra un fantasmagorico processo al prigioniero: poeta, scienziato, rivoluzionario o, forse, un uomo qualsiasi... indissolubilmente legati dalla necessità di una reciproca tortura, unica via d'uscita all'impossibilità storica resta l'eliminazione fisica. Accade che la regina sia colpita dal canto del prigioniero... la sensibilità risvegliata incrina le alleanze, le maschere cadono, l'equilibrio si spezza:
"nello spazio di una notte l'universo ha perduo il suo centro"Sale la nebbia...
La fuga è impossibile: a Varennes! A Varennes! Oltre la storia, un prologo e un epilogo: idea di azzurro, spazio dell'utopia... forse, la Città, sogno degli uomini che ci hanno preceduto e che ci seguiranno.
- Promenade
- PROLOGO: visione della città
- Scricchiola il portone...
- Vestizione
- Il canto del prigioniero
- Il regno immobile
- La ricetta
- Premonizione
- In mezzo c'è un sassolino
- Solitudini incrociate
- La regina è inquieta
- Veleni dell'umbratile
- La mandibola del re
- Lettera dal carcere
- Babilonia
- Addiventa frate mio!
- Le maschere alle ortiche
- Nuovo sogno della città
- Guerra!
- L'ultimo carnevale
- Esecuzione
- La danza nella nebbia
- Sonno della regina
- A Varennes!
- Exultate?
- EPILOGO: una quiete altissima
- Promenade éternelle
Lo spettacolo si fonda su un'idea originale e sulle suggestioni derivanti da letture e musiche diverse, confluite poi in una scrittura scenica unitaria, che si è definita nel corso delle prove, trasformandosi via via secondo i vari stimoli emotivi ed intellettuali. Il suono e il movimento, non meno della parola, hanno assunto una funzione strutturale nell'elaborazione del 'testo' definitivo.
Un ringraziamento profondo a Leo de Berardinis.