versione italiana e regia Valter Malosti
con Elena Bucci, Natalino Balasso, Fausto Russo Alesi, Giovanni Anzaldo, Piero Nuti, Eva Robin’s, Roberto Abbiati, Gaetano Colella, Roberta Lanave, Camilla Nigro, Jacopo Squizzato
e con Federica Dordei e Alessandro Conti
consulente per la lingua russa Vera Rodaro
Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale con il sostegno della Fondazione CRT
debutto: 11 ottobre 2016, Teatro Carignano, Torino
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Testo fondamentale del Novecento, ultima delle opere teatrali di Čechov, Il giardino dei ciliegi
viene scritto tra il 1902 e il 1903 per la maggior parte a Jalta, dove
l’autore, minato dalla tubercolosi, si era stabilito da tempo. Una
storia di perdite, di denaro dilapidato, di lutti, di passioni sfiorite:
ed è quasi naturale che il congedo dalle scene e dalla vita di Čechov
colga con precisione la decadenza di una famiglia aristocratica russa,
riunitasi nella tenuta di campagna che sta per essere messa all’asta. Ma
non c’è solo il dramma personale di un gruppo familiare: c’è anche la
crisi di una società, la decadenza di una classe, il tradimento della
servitù ben intenzionata ad attestarsi come nuovo ceto emergente. A
quindici anni di distanza dalla Rivoluzione d’ottobre, che cambierà per
sempre la geografia della Russia e la struttura della società, Il
giardino dei ciliegi anticipa la sensazione di un mondo finito,
ribaltato negli equilibri e nelle dinamiche. Questa coscienza della
morte e dei preziosi istanti che gli restavano da vivere donò a Čechov
un meraviglioso senso di relatività, una distanza sufficiente per non
perdere mai di vista il lato comico dei drammi e della vita stessa. Per
l’autore Il giardino dei ciliegi è una commedia, un vaudeville,
non capisce le lacrime della compagnia teatrale alla prima lettura del
testo. Ma noi potremmo tentare di dire che il Giardino è forse un
“tragico” vaudeville in cui l’apparenza naturalistica lascia spazio a
una tensione più ritmica, musicale, e non a caso Mejerchol’d apparentava
l’opera a una sinfonia di Čajkovskij.
Il regista Valter Malosti ha dato vita a un percorso artistico che ne ha fatto una delle firme registiche più riconoscibili nel panorama teatrale italiano, con un’attenzione particolare all’arte dell’attore. Elena Bucci, Natalino Balasso, Fausto Russo Alesi sono il fulcro di un ricco cast con generazioni diverse di interpreti (da Giovanni Anzaldo, a Eva Robin’s al grande vecchio Piero Nuti), in un confronto dal forte spessore attorale che apre la stagione teatrale 2016/2017 dello Stabile di Torino.
Il regista Valter Malosti ha dato vita a un percorso artistico che ne ha fatto una delle firme registiche più riconoscibili nel panorama teatrale italiano, con un’attenzione particolare all’arte dell’attore. Elena Bucci, Natalino Balasso, Fausto Russo Alesi sono il fulcro di un ricco cast con generazioni diverse di interpreti (da Giovanni Anzaldo, a Eva Robin’s al grande vecchio Piero Nuti), in un confronto dal forte spessore attorale che apre la stagione teatrale 2016/2017 dello Stabile di Torino.