ELEGIA PER LA PRINCIPESSA BARBARA

A proposito di Medea

da Euripide, Seneca, Grillparzer

Francesca Ciocchetti (Medea)
Alfonso Paola (Creonte/Messaggero)
Filippo Gessi (Giasone)
Teresa Timpano (Nutrice)
Miryam Chilà, Francesca Pica (Coro di Donne)

musica dal vivo M° Alessandro Calcaramo
cantante Caterina Verduci

regia ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci e Marco Sgrosso

assistente regia Marzia Gallo - assistente produzione Paola Seminara
produzione Scena Nuda Impresa di Produzione Teatrale
in collaborazione artistica con Le belle bandiere 

Festival del Teatro Classico “Tra Mito e Storia”
24 e 25 agosto 2022 - Parco archeologico urbano Palatium Romano di Quote San Francesco, Portigliola (RC)
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La tragedia vive e brucia, ci trasporta in viaggio nel tempo: siamo accanto ai nostri avi, in un teatro antico, davanti alle domande senza risposta che invitano alla conoscenza. Ci addentriamo nel mistero del destino di Medea che abbandona la sua terra, la famiglia, sacrifica il fratello pur di sostenere e seguire Giasone: dove finisce la responsabilità degli dei e dove comincia quella della fanciulla innamorata? Come mai la sua potenza di maga, la sua natura regale non la preservano dalla forza cieca dell’amore, dal potere distruttivo della gelosia, dal dolore che deriva dal tradimento e dall’abbandono? Quando uccide i figli, pur amandoli con immensa tenerezza, li immola sull’altare della vendetta o vuole preservarli da un destino amaro? Perché non ha saputo fermarsi prima di uccidere?
Il richiamo alla saggezza come unica risposta al dolore e alle passioni che annebbiano la ragione pare più che mai necessario quando, aprendo gli occhi, ci troviamo intorno tante contemporanee e sperdute Medee che non sanno liberarsi se non attraverso il sangue, tanti Giasoni che non sanno rinunciare al loro privilegio se non con la violenza. Ripetere le domande insieme, rivivere la storia ad alta voce, cantarla, danzarla, lasciare che il teatro accarezzi le ferite e le curi ci restituisce la fiducia nel rito collettivo che consola, comprende, perdona. (Elena Bucci)

Raccontiamo di Medea. Regina, maga e madre assassina, innamorata e abbandonata, violata e violenta, temuta, umiliata, esiliata. Che cosa ci riguarda ancora tanto in una storia così dolorosa?
Forse quei meccanismi insondabili dell’animo umano che provocano la metamorfosi dei sentimenti?
… quando l’amore diventa odio, quando il desiderio di vendetta vince sulla tenerezza del perdono, quando il dolore è così profondo che persino l’innocenza di uno sguardo provoca una ferita… Raccontiamo di Medea perché ascoltando la sua storia è di noi che parliamo: della nostra forza e delle nostre debolezze, della nostra esigenza di verità, della consapevolezza che il cammino verso la pace del cuore non può esimersi dall’esperienza del dolore. Attraverso la narrazione della fanciulla “dagli occhi sfavillanti” descritta da Esiodo, si arriva alla “donna terribile” che Euripide consegna al Mito con il gesto estremo dell’infanticidio. E senza escludere il fascino delle varianti mitiche dei cantori antichi e moderni, raccontiamo con i mezzi semplici del Teatro: la potenza delle parole, l’incanto di un movimento, l’emozione del canto, in semicerchio in armonia con la cavea di pietra, entrando e uscendo dai personaggi della favola antica, cercando di rinsaldare il prezioso filo magico con coloro che ascoltano. (Marco Sgrosso) 

recensione Calabria.Live           intervista PAC