La lunga scia di un viaggio in Cina

Ieri sera, dopo lo spettacolo, ci siamo fermati come sempre nel bellissimo chiostro dell’Arena del Sole, dove incontriamo pubblico e amici dopo lo spettacolo “Risate di gioia” che ci regala tante soddisfazioni e incontri. Ci aspettava tra gli altri, educatamente discosto, un ragazzo cinese dai capelli lunghi che si presenta con un nome italiano, Ezio. I ragazzi cinesi che vengono a studiare in Italia capiscono subito che non riusciremmo mai a pronunciare i loro veri nomi e ne acquisiscono uno inventato che forse assomiglia a quello originario. Mi racconta, con la luce negli occhi, che sta studiando all’Università di Bologna per approfondire la conoscenza del teatro e che tutto è partito nel 2015, sette anni fa, quando venne a vedere la nostra “Locandiera” al Teatro Nazionale di Pechino, dove andammo in tour grazie ad un contatto procurato dai nostri amici di Emilia Romagna Festival. Mi dice anche: «ho la prova!» e mi mostra una foto sul cellulare. Siamo noi, tutti in gruppo, circondati da ragazze e ragazzi cinesi del pubblico, c’è anche un ragazzino a sinistra con la giacca a vento rossa. «Questo sono io!» mi dice. Non l’avrei riconosciuto. Sì, è lui, ma ora è fiorito e il suo volto è illuminato. Mi viene da piangere. Molti momenti del nostro viaggio in Cina sono incisi nella mia memoria, ma non avrei mai immaginato di lasciare a mia volta un segno tanto profondo. Ci scambiamo numeri e mail. Il teatro allaccia, il teatro crea famiglia, il teatro annulla i confini. (28 ottobre 2022)