15 giugno

Hai visto? dicono. Il 15 giugno riaprono! Ma chi, cosa? I cinema e i teatri, non sei contenta? Ma è lunedì, il giorno di chiusura. Davvero?
Festeggiano.
Ma quali teatri? quali cinema?
Apriamo, apriamo. E chi non riesce peggio per lui. Apriamo, apriamo. Piccoli cinema storici in centro, teatri nel cuore di paesi e città, se non ce la fate chiudete, che è meglio. Tanto era così che doveva andare, prima o poi.
Come tanti bravi soldatini marcianti eccoli pronti eccoli pronti.
Apriamo i teatri il quindici giugno, tutti esultanti tutti esultanti.

In televisione, senza scomodarsi per nulla, mandano un vecchio spettacolo di una coppia famosa riesumato dalle teche più antiche della vecchia tivù.

Applausi?

Si animano i magnifici teatri storici delle grandi città, le piazze, le arene e i teatri all’aperto, anche quelli più antichi: i volti sono sempre gli stessi, sono quelli dei soliti pochi e non dico di più.

A casa restano i molti, schiacciati.
Che siano assai bravi non conta, svaniti i contratti, nemmeno un saluto.
Sono aperti sono aperti i teatri, eccoci pronti eccoci pronti.
Di certo mi sbaglio, signori ministri,
ma questa per me non è una giornata di festa: è un giorno di lutto. Io vivo e lavoro, facendo gli sconti, tra campi e giardini, non so ancora per quanto, ma troppi fratelli son fuori dai nuovi teatri riaperti, in questo quindici giugno di latta.

Anticamente era l'idea di un teatro in mezzo al grano
come una bevanda solto il sole

(Paolo Conte)