LES CHANSONS DE BILITIS

omaggio a Claude Debussy
nel 150° anniversario della nascita

testi di Pierre Louÿs, musiche di Claude Debussy

Elena Bucci, voce recitante
Massimo Mercelli, flauto - Fulvio Fiorio, flauto - Massimo Piva, viola - Nicoletta Sanzin, arpa - Tiziana Tornari, arpa

Casa della Musica, Parma - 26 marzo 2012
Emilia Romagna Festival

 
Del grande compositore francese si eseguono la Sonata per flauto per viola e arpa, la Prèmiere Arabesque per due arpe, Clair de lune per due arpe e, a chiudere la prima parte, Syrinx per flauto solo; la seconda parte del concerto è tutta occupata dalle Chansons de Bilitis per voce, due flauti e due arpe, su testi di Pierre Louÿs. Particolarmente interessante la proposta di queste ultime, pagine di grande e raffinata eleganza, una raccolta creata nel 1900 e intessuta con il ricamo della fantasia e del sogno.
Le musiche di scena seguirono di pochi mesi i canti che lo stesso compositore aveva creato sull’omonima opera di Pierre Louÿs, amico e confidente, una raccolta di poesie erotiche ispirate da una giovane danzatrice algerina. Lo scrittore aveva avuto modo di ammirare la danza di Meriem ben Atala nel 1894, durante un soggiorno a Biskra con l’amico André Gide. «Aveva una pelle ambrata, - scriveva quest’ultimo - una carne soda, forme piene ma ancora quasi infantili, poiché aveva poco più di sedici anni. Non posso paragonarla che a una baccante, quella ad esempio del vaso di Gaeta, anche a causa dei braccialetti che agitava senza tregua [...]. Danzava all’antica maniera delle Oulad, la testa eretta, il busto immobile, le mani agili e tutto il corpo scosso dal battito ritmico dei piedi nudi».
Nella raccolta di poemetti di ambientazione mitico-pastorale di Pierre Louÿs, Meriem veniva trasfigurata in Bilitis, una poetessa dell’antica Grecia, cortigiana e contemporanea di Saffo. Questi testi, secondo Debussy, esprimevano «in una lingua meravigliosa, tutto ciò che di ardentemente tenero e crudele racchiude la passione, tanto che, di fronte a quella terribile incantatrice di Bilitis, persino le persone più raffinatamente voluttuose sono costrette a riconoscere l’infantilismo dei loro giochi».